Roma, 27 febbraio 2025 –
Ieri, nella suggestiva cornice della Sala Nassirya del Senato della Repubblica, si è svolta con successo la conferenza stampa di presentazione del volume Shame – European Stories. Realizzato dal fotografo e ricercatore Simone Padovani e promosso dalla Guido Fluri Foundation con il progetto Justice Initiative e con il patrocinio del Consiglio d’Europa, l’evento ha rappresentato un momento fondamentale per dare voce alle vittime di abusi minorili e per fare il punto sul percorso legislativo compiuto negli ultimi anni con Justice Initiative.
Il progetto, che ha raccolto testimonianze e immagini durante un viaggio di quasi 25.000 km attraversando l’Europa – dal Portogallo alla Romania, dalla Grecia alla Norvegia – non solo ha portato alla luce storie di dolore e resilienza, ma ha anche contribuito in modo determinante all’adozione della Raccomandazione 2533 del Consiglio d’Europa (gennaio 2024). Tale risoluzione, definita “una pietra miliare per l’Europa”, invita tutti gli Stati membri a riconoscere, riparare e prevenire gli abusi sui minori, seguendo il modello svizzero che ha garantito giustizia a oltre 12.000 vittime.
Durante la conferenza stampa, trasmessa in diretta streaming sul canale ufficiale del Senato (webtv.senato.it), sono intervenuti numerosi relatori di spicco, che hanno condiviso il loro impegno e le loro visioni per un cambiamento reale.
Il percorso realizzato con Justice Initiative, culminato nell’adozione della Raccomandazione 2533, evidenzia la necessità per tutti gli Stati membri di adottare misure simili a quelle svizzere. Come ribadito dal Consiglio d’Europa, la protezione dei minori e il riconoscimento del loro diritto alla giustizia non possono più essere compromessi.
Il Senato, con il sostegno determinante del Senatore Francesco Verducci, ha mostrato e aperto una breccia per l’Italia per l’adozione di tale raccomandazione.
L’evento si è concluso con un appello a non lasciare che il silenzio prevalga, ma a continuare a lottare per un futuro in cui ogni bambino possa crescere al sicuro e con dignità.
Di seguito, alcune delle dichiarazioni più significative:
- Guido Fluri – Fondatore della Fluri Foundation e promotore di Justice Initiative
“È un grande onore accogliervi oggi in questo prestigioso edificio a Roma. Sono particolarmente orgoglioso di presentare il nostro Hub Director, Simone Padovani, e di ringraziare il Senatore Verducci per il suo supporto nell’organizzazione. Questo primo importante incontro politico arriva in un momento cruciale, poiché tutta Europa si sta impegnando a fare chiarezza sui casi di abuso nei propri Paesi. In questo contesto, l’Italia, come motore dell’UE, deve essere un esempio virtuoso e non rimanere indietro.
La mia fondazione opera da oltre dieci anni in tutta Europa per favorire una reale elaborazione dei casi di abusi nei singoli Paesi. Per questo abbiamo collaborato con i più importanti gruppi per la protezione dei minori e le associazioni delle vittime a livello mondiale, in Italia, ad esempio, con ‘Ecpat Italia’. Ringrazio profondamente Ecpat per il suo straordinario impegno, perché è esattamente questo tipo di dedizione che serve sia in Europa che in Italia per affrontare efficacemente questi problemi.
Come svizzero, posso affermare che nessun Paese ha una storia impeccabile quando si tratta di abusi – nemmeno la Svizzera, nonostante la sua tradizione umanitaria. Fino al 1981, centinaia di migliaia di bambini e giovani in Svizzera sono stati vittime di abusi, sfruttati e maltrattati in istituti statali e religiosi, spesso in maniera brutale, con conseguenze drammatiche che hanno portato anche a decessi e suicidi. Le vittime, etichettate come ‘sporchi di nido’, non hanno mai ricevuto giustizia. Solo grazie a un’iniziativa popolare e a una fondazione, 12.000 persone hanno ottenuto una formale scusa dallo Stato – un passo fondamentale per rompere il silenzio e riconoscere il dolore di chi ha sofferto.”
- Pierre-Alain Fridez – Eurodeputato per la Svizzera
“Sono onorato e felice di constatare che oggi, in diversi parlamenti e ora qui in Italia, le istituzioni e i rappresentanti politici si riuniscono per esaminare la situazione e partecipare ad eventi che mettono in luce questa iniziativa, facendo sì che le cose cambino nei nostri paesi. Ho avuto la fortuna di essere contattato da Justice Initiative, che mi ha offerto l’opportunità di presentare all’Assemblea Parlamentare del Consiglio d’Europa una risoluzione su un tema di fondamentale importanza: quello dei bambini che, nel corso degli anni in Europa, hanno subito abusi e violenze.
Questo rapporto è stato estremamente interessante ed emozionante, permettendomi di incontrare persone che hanno potuto esprimere tutto ciò che hanno vissuto. È stata la sola volta in cui ho assistito a una commissione del Consiglio d’Europa in cui ho visto persone piangere per l’emozione. L’iniziativa di Justice Initiative, nata in Svizzera, ha messo in luce la dolorosa realtà dei bambini abusati, maltrattati e strappati alle loro radici per decenni, generando un acceso dibattito popolare e portando a decisioni politiche con scuse ufficiali e misure riparative concrete.
L’obiettivo di questa iniziativa, portata al livello del Consiglio d’Europa, è che quanti più paesi possibili, all’interno e al di fuori dell’Europa, adottino l’esempio svizzero come modello per affrontare questa problematica. Significa indagare, fare un inventario delle situazioni, contattare le potenziali vittime affinché possano raccontare la loro esperienza, e richiedere che lo Stato, in particolare l’Italia, emetta scuse pubbliche e si impegni in un lavoro di riparazione. In Svizzera, ogni vittima ha ricevuto un sostanziale risarcimento, insieme a un supporto medico e psicologico, e un impegno a mantenere viva la memoria di quanto accaduto, affinché ciò non venga mai più dimenticato.”
- Senatore Francesco Verducci
Shame – European Stories» è un racconto per immagini potente e doloroso. Mostra con coraggio all’opinione pubblica gli abusi subiti in Europa da bambini, diventati oramai adulti, vittime di predatori sessuali, che hanno subito violenza o maltrattamenti in istituzioni pubbliche, private o religiose, e in famiglia. Shame è la vergogna, lo stigma insopportabile, che questo tipo di violenze fa ricadere sulle vittime, che hanno persino difficoltà a raccontare e denunciare quanto subito. Shame è soprattutto la vergogna che ricade su tutti noi, e come dovremmo provare tutti, come membri della società e rappresentanti delle istituzioni, per non aver saputo prevenire gli abusi, per non averli nemmeno voluti vedere quando avvenivano e per averli a lungo ignorati anche in seguito. È inaccettabile che alle vittime sia Mancato – e continui a mancare – in questi anni qualunque genere di sostegno. Tutto questo aggrava una condizione di sofferenza e di disagio che spesso spinge le vittime ai margini della società. Le storie raccontate nel volume lasciano un segno profondo. Mostrano come persone e istituzioni che dovevano accogliere e proteggere i bambini abbiano fatto in realtà l’esatto contrario. Testimoniano l’incapacità, ancora oggi, a distanza di decenni, di rispondere alla domanda di giustizia delle vittime di abusi. Questo libro è una documentazione necessaria alle nostre coscienze, individuali e collettive. In questo senso, ha un significato civile e politico. I protagonisti di questo racconto, abusati e violati nell’infanzia, hanno deciso di esporsi per far sentire la loro voce, chiedere giustizia e impedire che ciò che hanno sofferto capiti ad altri bambini.
- Francesco Zanardi – Rappresentante di ECA Global e Rete L’Abuso, vittima di abusi minorili
“In Italia, nonostante le convenzioni internazionali, la legislatura non è al momento in grado di dare un’applicazione efficace alle misure di tutela, creando un vero cortocircuito legislativo che isola le vittime e le loro famiglie. Siamo arrivati a questo punto? Cioè dopo quello che è stato detto in tutti questi anni, di chiedere alle vittime e alle famiglie di sostituirsi a altri? Come vedete è straziante questa cosa eppure quello che oggi fanno le famiglie dei Sopravvissuti e, fanno benissimo a farlo però, come comunità, come Stato, come Vaticano, possibile che nessuno abbia neppure un vago senso di vergogna per quello che sta accadendo?”
- Jasmin Abo Loha – Direttrice di ECPAT Italia
“ECPAT Italia ETS rinnova il proprio impegno nella lotta contro ogni forma di violenza e sfruttamento dei minori e partecipa alla conferenza stampa di presentazione del volume Shame – European Stories. Abusi su minori: testimonianze, giustizia e riforme, una iniziativa mirata e sensibilizzare l’opinione pubblica e le Istituzioni sull’urgenza di riportare al centro del dibattito le politiche di protezione attraverso il sostegno alla Risoluzione 2533 del Consiglio d’Europa.
La risoluzione 2533 rappresenta indubbiamente un’ottima dichiarazione di intenti, ma senza un impegno concreto, il rischio di nuove vittime resta elevato.
ECPAT sottolinea l’importanza di un approccio integrato che includa: - PREVENZIONE: strategie efficaci per ridurre i fattori di rischio, monitorando ambienti e contesti educativi ed assistenziali frequentati da minori;
- FORMAZIONE: percorsi obbligatori e continuativi per chi lavora a diretto contatto con i minori;
- INFORMAZIONE: sensibilizzazione dell’opinione pubblica, delle famiglie e degli stessi bambine, bambini ed adolescenti, affinchè conoscano i loro diritti, sappiano riconoscere condotte pericolose e dispongano di strumenti per segnalare e denunciare
3 azioni prioritarie per le Istituzioni, la società civile e coloro che hanno a cuore il benessere delle nuove generazioni.
ECPAT Italia continuerà a lavorare a livello nazionale ed europeo, in collaborazione con le altre sedi ed organizzazioni della società civile, affinchè la tutela dell’infanzia sia garantita attraverso misure reali e strutturali.”
- Irene Cane e Andrea Giacoletto – Testimoni e rappresentanti delle vittime
“Partendo dal doloroso episodio di Chiara e giungendo alla difficile scelta di Ale e Cristina, abbiamo assistito a un crescendo di ansia, depressione e sensi di colpa. In Italia mancano strumenti fondamentali per supportare le vittime – centri di ascolto, comunità solidali e personale specializzato. Le possibilità esistono, ma la volontà di agire e interrompere il silenzio è insufficiente. Anche se alcuni sopravvivono, convivere quotidianamente con il trauma non è scontato: è una battaglia che continua ogni giorno. Dobbiamo parlare, sensibilizzare e trasformare il dolore in azione, perché ogni vittima merita giustizia e supporto.”
- Hans Zollner – Direttore dell’Istituto di Antropologia della Pontificia Università Gregoriana
Da secoli – e qui a Roma, la città eterna, non sarebbe esagerato dire da millenni – si discute su come sia possibile la convivenza di molti individui diversi all’interno di un unico Stato. Le domande ricorrenti ruotano sempre intorno alle possibilità e ai limiti dell’intervento statale, all’equilibrio tra libertà e coercizione secondo i requisiti legali, sul bilanciamento tra la ricerca della felicità individuale e le esigenze del bene comune, e molti altri interrogativi simili.
Il compito della politica è quello di organizzare la vita sociale tra questi poli, ossia all’interno dei confini della possibile azione statale. Non è un compito facile, anzi. Richiede dibattito, ricerca di compromessi e chiarezza sui fondamenti della propria posizione e su quelli degli altri. Questo luogo, il Senato, è uno dei luoghi decisivi per il confronto politico, cuore pulsante della democrazia e senza il quale lo Stato sarebbe privo di significato. Per questo, chi si impegna qui come rappresentante politico merita il massimo rispetto. Il compito che spetta a questa Alta Assemblea sembra diventare sempre più impegnativo. Le trasformazioni e gli spostamenti nell’architettura politica mondiale, la questione migratoria con cui tutti i Paesi europei sono chiamati a confrontarsi, il clima di incertezza che si respira in interi continenti a causa di pluralismi difficili da decifrare e molte altre sfide che richiedono continuamente nuove soluzioni. In questo contesto, purtroppo, il problema degli abusi sessuali sui minori sembra essere quasi trascurabile per alcuni. Proprio per questo è ancora più lodevole e rende onore a questa Alta Assemblea che si affronti questa tematica. È la dimostrazione della profonda convinzione che uno dei compiti più nobili per una comunità e uno Stato sia quello di proteggere i deboli e i vulnerabili, garantire loro la giustizia e, soprattutto quando si tratta di bambini, garantire a loro, e allo Stato, un futuro aperto in senso positivo.
La Risoluzione 2533 del Consiglio d’Europa, approvata un anno fa a Strasburgo, si colloca in questo spirito. Se questa Alta Assemblea riuscirà a rispondere alle preoccupazioni espresse in essa, lancerà un segnale forte e carico di speranza per tutti coloro che hanno subito abusi, che ne subiscono o che rischiano di subirne. Questa Alta Assemblea può così continuare quella tradizione che, fin dall’epoca romana, si è dimostrata efficace per lo sviluppo fiorente della comunità statale in tutto il continente europeo e oltre. Nominare l’ingiustizia è una conquista di civiltà, non si tratta solo di stabilire il diritto, ma anche farlo rispettare e costruire la fiducia necessaria affinché la giustizia possa affermarsi attraverso processi chiari, trasparenti e comprensibili. Vi auguro di trovare la forza e il coraggio necessari per questa grande impresa. Possa Dio accompagnarvi con la sua benedizione.
- Simone Padovani – Autore di Shame – European Stories e responsabile della campagna Justice Initiative Italia
“Oggi, il nostro incontro è un momento di riconoscimento e di impegno verso chi ha sofferto, e continua a lottare, contro ogni ingiustizia. Dal gennaio 2022 ho intrapreso un viaggio lungo e intenso attraverso tutta Europa, per incontrare le vittime e i sopravvissuti ad abusi e maltrattamenti. In questo viaggio ho raccolto non solo immagini, ma soprattutto storie. Storie che mi hanno profondamente segnato e che hanno cambiato la mia visione dell’Europa. Queste testimonianze raccontano di vite spezzate e di sogni infranti, ma sono anche storie di resilienza, di piccoli miracoli quotidiani: gesti di coraggio e di umanità che, nonostante il dolore, risplendono.
Con Justice Initiative e la Fluri Foundation abbiamo intrapreso un percorso coraggioso, fatto di ascolto, confronto e proposte concrete. Abbiamo lavorato per far sì che le istituzioni riconoscano il dolore di chi ha subito abusi e per garantire che le misure di prevenzione e di tutela siano rafforzate. La Raccomandazione 2533 del Consiglio d’Europa, approvata a gennaio 2024, non è solo un documento: è un simbolo di speranza e di impegno, un invito a prendere in mano la situazione per proteggere ogni bambino, oggi e domani.
Le istituzioni hanno il dovere di ascoltare e agire. Le leggi devono essere applicate con fermezza, e le vittime sostenute con strumenti concreti. Non possiamo permettere che il silenzio continui a proteggere chi commette abusi, mentre le sofferenze di chi è stato colpito restano invisibili. Dobbiamo spezzare questo ciclo, interrompere quella spirale di vergogna e silenzio che ha troppo a lungo permesso all’ingiustizia di prosperare.
Oggi siamo qui anche per ricordare Alessandro e Cristina, genitori che hanno pagato il prezzo più alto per il dolore di una perdita inimmaginabile. Il loro sacrificio ci impone di agire, di non dimenticare, e di impegnarci ogni giorno per evitare che simili tragedie si ripetano. Siamo qui per tutte le vittime, per coloro che hanno trovato il coraggio di parlare e per chi ancora non riesce a rompere quel silenzio opprimente. Voi siete i nostri veri eroi.
Il nostro cammino non finisce qui. Continueremo a denunciare, a sensibilizzare, a lottare per un futuro in cui ogni bambino possa crescere in un ambiente sicuro, in cui la giustizia non sia più un privilegio, ma un diritto per tutti. Insieme, possiamo costruire un domani in cui il silenzio non sia più la risposta, ma in cui la voce della verità e della speranza risuoni in ogni angolo d’Europa.”