
Antonella Giordano presenta “Una storia in chiaroscuro“: un viaggio profondo nell’Italia del Novecento
Un’opera che invita a riflettere sul secolo scorso, un periodo storico segnato da sfide enormi e tensioni sociali che hanno forgiato l’Italia moderna.
Con un linguaggio evocativo e un’intensa introspezione, Giordano dipinge un ritratto complesso e affascinante di una nazione che ha attraversato momenti di buio e di luce, mettendo in risalto i valori che oggi sono la base della nostra società: la spiritualità, la famiglia, il rispetto umano e la legalità.
Ambientato in un’Italia che si sforza di uscire da anni difficili e di ricostruirsi dopo le devastazioni della guerra, il libro è una riflessione profonda sulla resilienza dei singoli e delle comunità. La protagonista, attraverso le sue esperienze, ci conduce in un cammino che esplora le dinamiche familiari, i conflitti interiori e il rapporto con una società che spesso si trova divisa tra speranza e disillusione.
In un periodo storico in cui la lotta per la giustizia e il rispetto dei diritti umani si scontrano con le difficoltà quotidiane, “Una storia in chiaroscuro” diventa una lettura fondamentale per le nuove generazioni. La scrittura di Antonella Giordano non è solo un racconto storico, ma anche una riflessione sulla moralità e sulla giustizia, valori essenziali in un’epoca che, purtroppo, ancora oggi ci presenta sfide simili.
Questa opera si configura come un testo ideale per la lettura scolastica, un invito a comprendere il passato per costruire un futuro migliore. Giordano, attraverso il suo racconto, sottolinea quanto sia importante ricordare le difficoltà del passato per garantire il rispetto dei diritti umani, mantenendo viva la memoria di un’Italia che ha visto tanto dolore, ma che ha anche saputo risorgere grazie alla forza interiore dei suoi cittadini.
In Una storia in chiaroscuro, l’autrice ci invita a non dimenticare. Perché solo conoscendo la storia possiamo sperare di non ripetere gli errori del passato, ma costruire una società più giusta, più rispettosa e più umana.
Il libro è ora disponibile in tutte le librerie e online, pronto per essere un prezioso strumento di riflessione per giovani e adulti.
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NINA GIORDANO – Una storia in chiaroscuro.
È leggenda? È mito? È storia? È storia vera, ma sa di mito e leggenda…
La sapiente mano letteraria di Antonella Giordano ha vergato queste pagine? Oh no! Vi ha scolpito, plasmato e animato natura, personaggi, atmosfere.
In quest’opera, la Giordano ha liberato da ogni sovrastruttura l’uomo e ne ha rilevato la nuda autentica natura, evidenziandone le innumerevoli potenzialità native e le virtù dettate da antica saggezza.
La prima impressione che assale, leggendo quest’opera, è che l’Autrice ci stia narrando una favola; invece, è la sua vita! La vita da lei vissuta, sofferta, amata!
Sublime è la rappresentazione del suo dolore, un dolore lacerante, che squassa, che soffoca l’anima, che sa di tragedia, ma non la uccide; non uccide la forza, il coraggio, la volontà ferrea di vincere, di non lasciarsi sopraffare dagli eventi, ma di dominarli, sempre! Con la virtù, la determinazione e, principalmente, con la DIGNITÀ. Oh! Questa virtù somma sa di sacra ragione!
Dignità, sul cui altare l’Autrice immola sentimenti, emozioni, rimpianti, reazioni, rancore… Tutti ardono e si dileguano in una nuvola di fumo… Rimane in lei l’AMORE, rimane la forza, la speranza, la voglia di superare sempre e comunque ogni difficoltà, come aveva appreso da Lena e Giovanni, genitori mitici, Esseri perfetti, che il fato volle unire in un amore che non conobbe fine e che resero vivo nella loro adorata Creatura: NINA! A cui trasmisero le loro virtù, la loro forza, la loro saggezza, la loro DIGNITÀ. La dignità che conosce il silenzio.
Questa storia di vita Antonella Giordano ha trasformato in un gioiello letterario. Come le facce di un diamante, riflette più luci dalle sue prospettive. È un’opera didascalica: MAGISTER VITAE, ed ha una dimensione metafisica. Non può sfuggire a chi si immerge nella sua lettura che sempre la volontà dei personaggi si adegua alla ragione, come prescrive I. Kant nella sua Critica della Ragion Pratica, nella Morale autonoma.
Prof. Maria Adelaide Briguccia