Auguriamo i migliori successi alla iniziativa riportata in locandina, dove ancora una volta e’ protagonista la magnifica penna di Nina Giordano. Di seguito, un mirabile intervento al riguardo da parte del Prof. Salvo Germano, che sara’ presente il prossimo 27 marzo alla Biblioteca Angelica di Roma.
Lisa Bernardini
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Il 27 marzo alla Biblioteca Angelica di Roma interverrò alla presentazione del libro “Una storia in chiaroscuro” in veste di attore – lettore, e non di critico letterario.
Questo compito spetta a chi con acribìa saprà rivelare quel fil rouge che lega vissuto personale della scrittrice e romanzo, violenza e sapienza, dolore e candore che in ‘Una storia in chiaroscuro’ si stagliano netti e chiari con uno stile narrativo avvolgente, che su piani vocali policromi di anime, ora commuove e intenerisce, ora sgomenta e assale la rabbia. La stessa tenerezza che provo nel leggere alcuni passaggi del romanzo intrisi di toccante lirismo, in cui prevale la cifra introspettiva dell’autrice.
Non ho dubbi che tale lettura emozioni e getti il lettore in una condizione di attonito stupore che lascia tracce di riflessione morale e di giustizia.
Anch’io provo un moto emotivo nel leggere alcuni passaggi, estrapolati dal libro.
Credo che ciò trasparirà, nel momento che li farò veicolare in questa splendida cornice della Biblioteca Angelica, crogiòlo di cultura e conoscenza.
Azione e riflessione si abbracciano, dando la possibilità a chi legge di prendere fiato dopo accadimenti così cruenti e drammatici in un vortice narrativo di ampio respiro.
In ‘Una storia in chiaroscuro, la scrittrice ha lasciato, in parte, una sorta di testamento spirituale e di valori ancestrali radicati in quella storia d’amore tra Lena e Giovanni, padre di Sissi, efferatamente ucciso dalla mafia.
Ma ‘Una storia in chiaroscuro’ non è un romanzo sulla mafia, ma di denuncia sociale, una sagace esplorazione del fenomeno delle emigrazioni di massa del secondo dopo guerra per cause ambientali, religiose, economiche e sociali, spesso tra loro intrecciate, in una corale analisi di personaggi secondari.
E poi una denuncia all’abuso edilizio, traccia la difesa dell’ambiente e le derive sociali, determinate da diversi fattori.
Con una estrema sensibilità narratologica, la nostra scrittrice, focalizza quel microscopico mondo del focolaio domestico, quella miseria che si avviluppa nelle quattro pareti annerite, in quei valori radicati nella coesione sociale, che trovano la loro cifra nella trasformazione del male in riparazione dell’animo umano, attraverso la spinta propulsiva alla elevazione morale del personaggio chiave della vicenda, che risulta rinforzato e temprato spiritualmente da tante dolorose vicende.
E Sissi è l’emblema vivente di questa ascesa, che non è soltanto morale ma di riscatto e di elevazione sociale.
Una eredità spirituale e umana violata, calpestata, privata dell’affetto più caro, ma ricostruitasi attraverso la straordinaria, inossidabile tempra, che conserva graniticamente nel suo DNA, ereditato dai suoi genitori.
Nina Giordano è una artista e letterata a tutto tondo fuori dai canoni, a cui siamo abituati.
Una donna che vive e si nutre di cultura che scalza ogni barriera e attinge ad un umano sentire che affonda nelle pieghe più profonde dell’animo.
Si prodiga fino allo spasimo per dar voce a chi voce non ha, e chi merita di averla.
E tutto questo senza lustrini e riflettori. Quasi in punta di piedi, con quel silenzio che ‘arriva oltre le soglie del rumore e penetra attraverso le piaghe più remote della nostra coscienza’, come scrive nel suo potente romanzo.
Io e Nina siamo amici assidui che raramente ci incontriamo, ma dialoghiamo assiduamente attraverso la scrittura ed il legame empatico e poi poetico, di cui Ella mi fa dono.
Io, spesso, attraverso la sua penna le restituisco vocalmente i pensieri, ne comprendo le inquietitudini, ma anche quel senso di dovere kantiano di portare a termine la missione carmica verso il Bene immenso.
Quell’io devo! anche in condizioni avverse.
Spesso mi chiedo, quante ore riesca a dormire la notte e se riesce a dormire …
La scrittura, tra gravosi impegni scientifici, universitari, giornalistici e letterari, e, aggiungerei, filantropici, le lascia poco spazio a sé. Tra i vari impegni ne cito solo alcuni.
È condirettrice della autorevole testata giornalistica International Web Post. Inoltre. Nel giornale è responsabile, in particolare, delle rubriche di Cultura, Diritti umani e Politica Internazionale. Inoltre cura il programma radiofonico Storia e Storie su Regional Radio, (di cui è direttrice di testata) in cui affronta problemi di natura sociale, storie di personaggi noti e non, che con la loro ricchezza umana e valoriale, hanno contribuito, tra presente e passato, tra luci e ombre, al progresso civile, morale della nostra società. Oltre all’insegnamento universitario, presso l’Università di Siena, è Senatore Accademico della Norman Academy.
Per le sue distinte qualità umane, culturali e impegno sociale e civile, ha ricevuto dalla Presidenza della Repubblica due importanti onorificenze: quella di Cavaliere al Merito della Repubblica da Azeglio Ciampi, e Ufficiale al Merito dal Presidente Sergio Mattarella.
La nostra, non si risparmia in tutto ciò che può contribuire al Bene comune e al progresso civile, a costo di mettere a dura prova le sue forze.
Ma la sua, come ella scrive, è una ‘stanchezza felice’ e aggiungerei, proficua.
Ella è la rappresentazione plastica di chi ha percorso, suo malgrado, tutti i gradini della scala sociale, con la volontà, la forza, ma anche quello straordinario talento fatto di tenacia, di fiducia di essere sotto la Protezione della mano Celeste, in una poetica che muove tra francescanesimo, legalità e uno smisurato amore per l’Arte.
‘Una storia in chiaroscuro’, solo per una avversa congiuntura, non è finita tra i finalisti del Premio Campiello.
Se non sono troppo indiscreto, vorrò chiederle in questa sede, quale è stata la causa per la quale ciò non è avvenuto. Certo, non è da imputare all’autrice.
So che il romanzo si presta ad una riconversione cinematografica, e la richiesta è già avvenuta.
Una parafrasi cinematografica del romanzo sarebbe, a mio avviso, un valore aggiunto, specie se fosse diretto da un autorevole regista.
Thomas Mann scriveva: scrivere bene significa quasi pensare bene, e di qui ci vuole poco per arrivare ad agire bene. Ogni costumatezza, ogni perfezionamento morale proviene dallo spirito della letteratura.
Se poi, io aggiungo, subentra il linguaggio cinematografico il valore comunicativo, nell’era odierna, è più pervasivo e raggiunge un massimo livello estensivo a livello mediatico, in un’ epoca in cui l’immagine prevale sulla parola scritta.
Anche se questo lo dico, con una certa mestizia.
Antonella, (alla fine della mia nota, la chiamo per nome adottivo), è un soggetto schivo, che rifugge da lustrini e riflettori.
Sempre suo malgrado, i riflettori sulla sua opera letteraria, dovranno necessariamente arrivare, e sempre, suo malgrado, rifulgeranno nell’aurea della letteratura contemporanea di valore, in un periodo in cui, essa attraversa uno dei momenti più bui degli ultimi decenni.
L’opera in ogni artista, scrittore, musicista, architetto, o qualsiasi altra attività, è sempre un autoritratto(volente o nolente).
E più l’uomo o donna che sia, cercherà di sottrarsi o nascondersi, più rivelerà il suo carattere, sempre, suo malgrado.
Non è forse il caso di Nina Giordano?
Prof. Salvo Germano